E’ il più vecchio tabacchificio d’Italia.
L’amministratore Antisari Vittori: “Siamo impegnati a preservare e sviluppare questa importante realtà produttiva”
Non solo tabacchi con il Chiaravalle 100% made in Italy, ma anche arte, cultura e riqualificazione urbana. E in un prossimo futuro c’è anche un progetto di diversificazione produttiva in altri settori merceologici diversi dal fumo. E’ il presente ed il futuro di Manifattura Chiaravalle subentrata nei mesi scorsi con Italian Tobacco Manufacturing nella gestione della vecchia società in seguito ad una procedura fallimentare esperita presso il tribunale di Ancona.
La storia
Sono trascorsi 260 anni da quando i monaci di clausura Cistercensi misero in funzione il primo mulino per triturare il tabacco e ricavarne raffinata polvere da fiuto. Un periodo di vita lunghissimo per un’azienda, che nel tempo ha creato un intreccio indissolubile fra l’attività della Manifattura e la nascita stessa del Comune di Chiaravalle. Un legame duraturo che ancora oggi si percepisce percorrendo il Viale delle Sigaraie, omaggio alle mitiche lavoratrici che con le loro conquiste sono state esempio di coraggio e coscienza sociale per tutto il territorio. Passando per lo Stato Pontificio, il Regno d’Italia, i Monopoli di Stato e la libera impresa, la Manifattura ha significato sviluppo economico, sociale e culturale. Una storia ultra secolare, quella di un’attività e di un territorio che sono cresciuti insieme, nel rispetto della tradizione ma con una spinta continua all’innovazione che ha da sempre connotato la “modernità” di un piccolo centro della Vallesina.
Il presente
Oggi la Manifattura è costituita dalla produzione di tabacchi lavorati, attività che viene portata avanti da più di due secoli, cercando di far crescere e consolidare il “Made in Italy” anche in un mercato molto complesso come quello del tabacco. ITM è la società che ha ereditato l’attenzione alla qualità e la cura delle lavorazioni che hanno sempre rappresentano la migliore espressione della storia del tabacco in Italia, impegnandosi a proseguire questa lunga tradizione con uno sguardo rivolto al futuro inve-stendo in innovazione e sviluppo nei mercati esteri. Contemporaneamente la Manifattura sta avviando processi di diversificazione produttiva, e progetti legati a eventi di arte, cultura, riqualificazione territoriale e urbana. Un futuro che si apre a nuove prospettive e opportunità, ma che non perde di vista la grandezza della sua storia e il valore del suo patrimonio.
“Dal marzo 2019 -afferma l’amministratore delegato, Pietro Antisari Vittori- la Manifattura è rinata a nuova vita a seguito di una procedura fallimentare esperita presso il tribunale di Ancona che ha visto l’ingresso nella gestione delle attività di Italian Tobacco Manufacturing. Consapevole della importante eredità che ha ricevuto, la nuova società è impegnata a preservare e a sviluppare questa importante realtà produttiva italiana nel rispetto della stringente normativa di settore. Le attività legate al tabacco presentano infatti non poche criticità per i rischi associati alla salute, ma hanno anche un importante valore strategico nell’economia di un Paese, in ragione della fiscalità collegata. L’oligopolio vigente sia a livello mondiale che in ogni singolo Paese non permette margini elevati di manovra alle piccole realtà locali, come la nostra, che lottano quotidianamente per impedire di essere schiacciate. Il mercato sta però premiando lo sforzo di voler portare avanti con orgoglio un’eccellenza manifatturiera che si è quasi del tutto persa nel Nostro Paese e che ci spinge a credere nel “made in Italy” anche in un settore come quello del Tabacco. Né è testimonianza la certificazione 100% Made in Italy che abbiamo ottenuto dall’Istituto Tutela dei produttori italiani. Per il futuro -aggiunge l’ad- abbiamo in programma di avviare processi di diversificazione produttiva e progetti legati allo sviluppo del territorio, anche sul piano artistico e culturale, che saremo in grado di strutturare adeguatamente al termine del periodo di affitto dandoci cura della riqualificazione del complesso manifatturiero. Nel frattempo ci impegneremo per dare al territorio dei segnali di rinnovata vitalità riprendendo, oltre al mercato interno ed ai prodotti a filiera completamente “made in Italy”, anche le attività di export”