40mila metri quadri dello storico opificio da dedicare all’arte, alla cultura e alla riqualificazione urbana da affiancare alla produzione di tabacco. Questo il progetto dell’ITM Italian Tobacco Manifacturing, la srl che ha raccolto l’eredità della Manifattura
Diversificare le attività della storica Manifattura Tabacchi di Chiaravalle, e affiancare alla produzione del tabacco 100% made in Italy anche altre iniziative – si parla di arte, cultura e riqualificazione urbana – «che creino sinergia con il territorio».
È la sfida dell’ITM Italian Tobacco Manufacturing srl, azienda che ha raccolto l’eredità dello stabilimento, al centro dell’incontro mercoledì scorso, 2 settembre, tra Pietro Antisari amministratore delegato dell’azienda, Damiano Costantini sindaco di Chiaravalle, e Franco Letrari direttore Interregionale per l’Emilia Romagna e le Marche dell’Agenzia Dogane Monopoli.
Il progetto è rendere accessibile ai cittadini parte di un’area storica, pari a circa 40mila mq, da destinare anche ad attività culturali per preservare la memoria della città. Fondata nel 1759 dai monaci cistercensi, la manifattura tabacchi di Chiaravalle è il più antico tabacchificio d’Europa. Fu realizzata per lo sviluppo della tabacchicoltura nello Stato Pontificio e, successivamente, per la produzione di tabacchi lavorati per il Regno d’Italia ed i Monopoli di Stato. Dal marzo 2019, a seguito di una procedura fallimentare esperita presso il tribunale di Ancona, lo stabilimento ha visto l’ingresso nella gestione delle attività di Italian Tobacco Manufacturing, nuova società affittuaria che oggi ha ha completato il processo di riassetto interno.
L’edificio ha vissuto il suo massimo sviluppo nel XIX secolo, quando divenne punto di riferimento economico-lavorativo ed emblema della operosità della comunità cittadina. Nel 1945 l’amministrazione dei Monopoli di Stato commissionò a Pier Luigi Nervi – uno dei maggiori artefici di architetture strutturali nel panorama internazionale del Novecento – la ricostruzione di due fabbricati: il magazzino dei greggi e lavorazione sigari, e i locali del refettorio e della portineria. A Chiaravalle questo grande architetto si confrontò con l’edificio industriale storico di cui conservò, ove possibile, l’involucro murario esterno, ma intervenne con la completa sostituzione dei solai di piano e delle strutture verticali interne, adottando un’ampia casistica di soluzioni strutturali in cemento armato e ferro.